Natale Vellenich, da Orsera al lager di Dachau. Poi al Centro profughi di Laterina e in Argentina
Certi istriani ne hanno passate di tutti i colori. Quella che state per leggere è la storia di Natale Vellenich, italiano nato a Orsera, provincia di Pola, il 6 luglio 1925. Di mestiere calderaio e incisore su rame, nel mese di dicembre 1944 viene arrestato dai nazisti a Pola, dove abitava in via Giovia 8. Ad attestarlo è un documento del 2 ottobre 1984 firmato da C. Biedermann, direttore del Servizio Internazionale delle Ricerche del Comitato Internazionale di Ginevra, con sede a Arolsen (Germania). Tale dichiarazione è stata richiesta da Silvana Vellenich, nipote di Natale Vellenich, per la pratica della pensione del suo caro zio.
Dopo l'arresto, Natale Vellenich è imprigionato e interrogato dalla Sicherheitpolizei alla Risiera di San Sabba, presso Trieste. È l'unico Campo di concentramento nazista, dotato di forni crematori, in territorio italiano. La Sicherheitspolizei o Sipo (Polizia di Sicurezza) nella Germania nazista, era la direzione delle due forze di polizia (Gestapo e Kripo) che si occupavano della sicurezza del Reich sotto il profilo politico e criminale. Si ricorda che Trieste, dal mese di settembre 1943, era in Zona d'operazioni del Litorale adriatico, o OZAK (acronimo di Operationszone Adriatisches Küstenland). Si tratta di una suddivisione territoriale del Terzo Reich comprendente, oltre a Trieste, le province di Udine, Gorizia, Pola, Fiume e Lubiana. Gli Archivi di Arolsen sono un Centro internazionale di documentazione sulla persecuzione nazista, con vari documenti nel web.
"Zio Natale - come ha documentato Silvana Vellenich - è destinato al lager di Flossenbürg, in Baviera, dove arriva il 20 dicembre 1944". Il prigioniero, partito da Trieste, entra a far parte del trasporto n. 113 in partenza da Bolzano il 14 dicembre 1944, poi entra nel Terzo Reich fino a raggiungere i Campi di concentramento tedeschi, come ha informato la nipote Silvana. La sua deportazione, per i nazisti, è una schutzhaft (custodia cautelare). Sembra un fatto blando e transitorio. Il 26 gennaio 1945, invece, lo trasferiscono al Comando di Kamenz, in Sassonia, per rinchiuderlo nel Campo di Concentramento di Gross-Rosen. In lingua tedesca Konzentrationslager Groß-Rosen, o KZ Groß-Rosen, era un lager nazista situato presso l'omonimo villaggio di Gross-Rosen, oggi Rogoźnica, in Polonia, nella Bassa Slesia, annessa al Terzo Reich. Secondo i dirigenti dell'Associazione Nazionale Ex-Deportati politici nei campi nazisti (ANED): "Gross-Rosen si è conquistata una solida fama di luogo infernale tra coloro che ebbero la disavventura di capitarci, perché sopravvivere in quel Lager non era cosa facile". I Russi stanno avanzando sul fronte est, allora i nazisti si ritirano e spostano zio Natale, numero di matricola 145.881, al Campo di concentramento di Dachau, in Baviera. Detto numero di matricola sarà molto importante per le nostre ricerche seguenti. Arriva il 29 aprile 1945, quando gli Americani liberano i prigionieri del lager di Dachau. Zio Natale è salvo.
Il lettore medio penserà, beh è finita! Nossignore, zio Natale torna a casa, in Istria, ma si trova dei nuovi padroni, con i quali è difficile convivere. Come varie famiglie Vellenich, anche Natale sceglie l'esodo a metà degli anni Cinquanta, dopo aver provato a stare vicino ai titini. Gli esuli partono da Pola, passano per Trieste, Udine, presso il Centro smistamento profughi più grande d'Italia, e vengono destinati al Centro raccolta profughi di Laterina (Crp), in provincia di Arezzo. Come ha ricordato Silvana Vellenich c'era "tanto freddo nel gennaio 1956 al Crp di Laterina e aveva nevicato, il signor Boreaniz ci ha costruito una stufa di cemento, il fumo si tagliava col coltello e si andava nel bosco a prendere i zocchi [ceppi di legna, NdR]". La famiglia Boreaniz, uscendo dal Crp, si stabilisce a Firenze, come emerge dell'Elenco alfabetico profughi giuliani del Comune di Laterina.
È grazie al suo numero di matricola 145.881, assegnatogli nel Campo di concentramento di Dachau, che si è riusciti a trovare le schede personali di Natale Vellenich nell'Archivio di Arolsen, in quanto è stato registrato con nome e cognome leggermente diversi come: "Vellencich Natala", con tutti gli altri dati coincidenti. La svista, o il dispetto dello scrivano del lager è costata cara, perché i documenti attestanti la sua deportazione sono stati emessi solo nel 1984.
Dopo l'esodo da Pola Natale Vellenich si fa così benvolere dalle autorità del Crp di Laterina, che lo prendono a lavorare in veste di impiegato dal 1956 al 1957, fino a quando con la sua Olimpia decidono di emigrare in Argentina, come risulta dal citato Elenco alfabetico profughi giuliani. Proprio là, all'altro capo del mondo, Natale muore nel 1985 a Buenos Aires, un anno dopo aver ricevuto il riconoscimento di deportato politico per l'eventuale pensione.
Orsera (dal latino Ursária, in croato Vrsar, in tedesco Orser) è un comune della Croazia odierna, nell'Istria meridionale. Celebre per le sue spiagge, ha varie coste frastagliate ed è circondata da isole raggiungibili con piccole imbarcazioni. Ha una minoranza italiana.
Fonte digitale - Silvana Vellenich, Pola 1944, esule a Barberino di Mugello (FI), e-mail a Claudio Ausilio del 18.11.2022, inoltrata allo scrivente.
Archivi consultati - Oltre all'Archivio di Arolsen (Germania), disponibile nel web. Altri materiali della ricerca presente sono stati raccolti da Claudio Ausilio, dell'ANVGD di Arezzo: - Elenco alfabetico profughi giuliani, Archivio del Comune di Laterina, 1949-1961.
Collezioni private - Silva Vellenich, esule di Pola, vive a Campoformido (UD), cugina di Silvana, fotografia di un'opera su tela. - Silvana Vellenich, Barberino di Mugello, lettera del 1984, dattiloscr. e ms.
Cenni bibliografici e del web - Flaminio Rocchi, L'esodo dei 350 mila giuliani fiumani e dalmati, Edizioni Difesa Adriatica, Roma, 1990.
E. Varutti, L'esodo dei Vellenich da Pola a Laterina, 1956 e il papà ucciso in barca dai titini, on line dal 22 ottobre 2021 su evarutti.wixsite.com
Elio Varutti, La patria perduta. Vita quotidiana e testimonianze sul Centro raccolta profughi Giuliano Dalmati di Laterina 1946-1963, Firenze, Aska, 2021. Anche in formato e-book da novembre 2022.
Ringraziamenti - Oltre agli operatori e alla direzione degli Archivi di Arolsen e agli operatori e al sindaco di Laterina Pergine Valdarno (AR), devo i miei sentiti ringraziamenti all'artista Silva Vellenich, nipote del protagonista del racconto presente. La pittrice, il 20 novembre 2022, ha cortesemente concesso l'autorizzazione alla pubblicazione e diffusione nel presente blog di una sua opera di mare. Grazie a Marco Birin, alla maestra Rosalba Meneghini (ANVGD di Udine) e al geometra Claudio Ausilio (ANVGD Arezzo) per la collaborazione alla ricerca.
Note - Progetto e attività di ricerca di: Elio Varutti, Coordinatore del gruppo di lavoro storico-scientifico dell'ANVGD di Udine. Networking di Maria Iole Furlan e E. Varutti. Lettori: Claudio Ausilio (ANVGD di Arezzo), Sergio Satti, Rosalba Meneghini (ANVGD di Udine) e il professore Marcello Mencarelli, di Udine. Copertina: Silva Vellenich, La barca svoda dopo l'esodo, acrilico su tela, 2012, courtesy dell'artista.
Ricerche per il blog presso l'archivio dell'Associazione Nazionale Venezia Giulia Dalmazia (ANVGD), Comitato Provinciale di Udine, che ha la sua in via Aquileia, 29 - primo piano, c/o ACLI. 33100 Udine. - orario: da lunedì a venerdì ore 9,30-12,30. Presidente dell'ANVGD di Udine è Bruna Zuccolin. Vicepresidente: Bruno Bonetti. Segretaria: Barbara Rossi. Sito web: https://anvgdud.it/