Il dottor Ramiro Cella di Cherso, esule a Cantù nel 1944, non può emigrare all’estero

01.04.2025

Qui c'è una storia italiana di esuli istriani desiderosi di emigrare all'estero, però senza un buon esito finale. Il dottor Ramiro Cella era nato a Cherso nel 1869, sotto l'Austria. Capofamiglia, era laureato a Vienna in veterinaria e, verso il 1938, lavorava ad Abbazia. I suoi dati sono descritti in modo preciso nei documenti per l'eventuale espatrio dell'Ufficio IRO di Milano, agenzia delle Nazioni Unite. Ramiro Cella, pensionato, esule a Cantù (CO), in via Vittorio Veneto 2, conosceva le seguenti lingue: italiano, tedesco, croato, serbo, sloveno, francese e inglese. Era di idee liberali e faceva parte del gruppo etnico "VG-Italian" (Venezia Giulia-Italiano). Sua moglie era Edina Runco, nata a Pisino il 17 novembre 1884.

Ramiro Cella, nato a Cherso, esule di Abbazia
Ramiro Cella, nato a Cherso, esule di Abbazia

E allora? Perché scappò nel 1944 da Abbazia? È Ludvik Leskovar, funzionario dell'IRO, a dattiloscrivere e firmare le sue risposte nel questionario della pratica d'espatrio: "1944 January; had left for Italy, because started communist revolution in his area" (Gennaio 1944; era partito per l'Italia perché nella sua zona era iniziata la rivoluzione comunista).

Meglio andar via dai nuovi arrivati e non è tutto, dato che: "Had left his home already in 44 in order not to be mixed in partisans movement, which he had considered a communist one; as former member of Liberal party – his ideas are quite different of the communist ones" (Aveva lasciato la sua casa già nel '44 per non mescolarsi al movimento partigiano, che lui considerava comunista; come ex membro del partito liberale – le sue idee sono molto diverse da quelle comuniste).

Meglio levar le tende. Essendo stato irredentista nel 1914-1918, sarebbe stato perseguitato dai titini comunisti: "Being an intellectual he had worked after the first world war within pro-Italian movements in Istria, therefore afraid of persecutions from partisans" (Essendo un intellettuale aveva lavorato dopo la prima guerra mondiale all'interno dei movimenti filo-italiani in Istria, temendo quindi le persecuzioni dei partigiani).

Si tenga presente che l'IRO è l'Organizzazione Internazionale per i Rifugiati ("International Refugee Organization" = IRO) che organizzava le partenze delle navi da Bagnoli, presso Napoli, verso le Americhe e l'Oceania. La presente ricerca si basa sui rari documenti inediti nell'Archivio di Bad Arolsen (Germania), da poco disponibili nel web. La sua pratica d'emigrazione all'Ufficio IRO è del giorno 11 dicembre 1949 redatta su carta intestata dell'Associazione Nazionale per la Venezia Giulia e Zara (ANVGZ), Comitato Provinciale di Como, perché il Cella risiedeva a Cantù, dove optò per l'Italia il 6 agosto 1948, in attesa dell'approvazione da parte dell'autorità jugoslava. La firma del presidente dell'ANVGZ di Como è illeggibile. L'ANVGZ poi divenne ANVGD.

Nella cartella IRO di Ramiro Cella, oltre alla moglie, sono menzionati alcuni accompagnatori ("begleitpersonen"), che si menzionano qui di seguito: Giovanni Cella, Giacomina Cella, nata Chiole, Antonio Runco e Maria Runco, nata Mizan.

Per i funzionari degli Uffici IRO il dottor Ramiro è "Out of camp assistance. Due to his age and health unable resettlement; is receiving a pension from Italian state as former state employer and war invalid: 30.000 monthly" (Fuori dal campo di assistenza. A causa della sua età e della sua salute non è in grado di reinserirsi; riceve una pensione dallo Stato italiano come ex datore di lavoro statale e invalido di guerra: [lire] 30.000 mensili). Firmato il 26 gennaio 1950 dal supervisore S.J Todorovic, oltre che da Ludvik Leskovar, che aprì la pratica. Caso chiuso. Non può andare Oltre oceano.

Domanda di assistenza IRO di Ramiro Cella
Domanda di assistenza IRO di Ramiro Cella

Conclusioni – Circa 300 mila profughi d'Istria, Fiume e Dalmazia rappresentano l'esodo giuliano dalmata, 70 mila dei quali emigrarono in Canada, Argentina, Stati Uniti, Australia, Sud Africa, Brasile e altri parti del globo mediante l'intervento dell'IRO (Micich M 2023 : 83, 155-7). Si può così concludere che quell'esodo è una parte della storia d'Italia.

Fonti archivistiche consultate nell'Archivio di Arolsen

- Personal file of Cella, Ramiro, born on 10-Aug-1869, born in Cherso and of further persons

Cenni bibliografici

- Marino Micich, "Il lungo esodo dall'Istria, Fiume e Zara (1943–1958)", in: Giovanni Stelli, Marino Micich, Pier Luigi Guiducci, Emiliano Loria, Foibe, esodo, memoria. Il lungo dramma delle terre giuliane e dalmate, Roma, Aracne, 2023, pp. 67-177.

Ringraziamenti – Oltre agli operatori e alla direzione degli Archivi di Arolsen (Germania), si ringraziano l'architetto Franco Pischiutti (ANVGD di Udine) e Claudio Ausilio (ANVGD Arezzo) per la collaborazione alla ricerca.

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Progetto di Elio Varutti, coordinatore del Gruppo di lavoro storico-scientifico dell'ANVGD di Udine. Ricerche di Sebastiano Pio Zucchiatti e E. Varutti. Networking a cura di Girolamo Jacobson e E. Varutti. Lettori: Claudio Ausilio (ANVGD di Arezzo), Bruna Zuccolin, Sergio Satti, Barbara Rossi (ANVGD di Udine) e i professori Ezio Cragnolini e Enrico Modotti. Copertina: Documento IRO di Cella Ramiro (Archivio di Arolsen). Grazie a Alessandra Casgnola, Web designer e componente del Consiglio Esecutivo dell'ANVGD di Udine. Fotografie dall'Archivio di Arolsen e studi presso l'archivio dell'Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia (ANVGD), Comitato Provinciale di Udine, che ha la sua sede in via Aquileia, 29 – primo piano, c/o ACLI. 33100 Udine. – orario: da lunedì a venerdì ore 9,30-12,30. Presidente dell'ANVGD di Udine è Bruna Zuccolin, che fa parte pure del Consiglio nazionale del sodalizio e, dal 2024, è Coordinatore dell'ANVGD in Friuli Venezia Giulia. Vice presidente: Bruno Bonetti. Segretaria: Barbara Rossi.  Sito web: https://anvgdud.it/

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