Strage di Porzûs programmata e misteri jugoslavi al confine orientale italiano

11.07.2023

Certi storici si chiedono se l'eccidio di Porzûs sia stato programmato nei minimi termini dai partigiani filo-titini, magari con qualche spintarella, o giustificazione ben predisposta. Il centro dell'attenzione è dato dalle mire jugoslave su Friuli e Veneto, contrastate dai soli partigiani delle Brigate Osoppo Friuli, supportati dagli Inglesi. Di recente è stato proprio il partigiano delle Brigate Osoppo Friuli Igino Bertoldi, di Tavagnacco (UD), nomi di battaglia: Ercole, o Bogomiro, o Ragamir a ipotizzare un'artificiosa preparazione comunista per eliminare gli osovani alle malghe di Porzûs, tra l'altro, di proprietà di un comandante osovano. "So che i partigiani comunisti si riunivano 'Sot dal puint' (sotto il ponte), in località Morena di Tricesimo – ha detto Igino Bertoldi – lì hanno preso la decisione, nel 1945, di eliminare Elda Turchetti a Porzûs, con la scusa di essere stata una spia, ma lei si era pentita e consegnata proprio ai partigiani, entrando nella formazione della Brigata Osoppo di Porzûs, col nome di battaglia di 'Livia', i comunisti l'hanno mandata in quelle malghe, per avere l'alibi ed ammazzare tutto il comando della Osoppo, diciassette persone, come hanno fatto. 'Andate e fate bene' – fu detto loro".

Altri studiosi desiderano mettere a fuoco alcuni fatti, come ha detto G.P.F., amico di Cino Boccazzi (1916-2009) di Crespano del Grappa (TV), perché troppe coincidenze fanno una prova. In particolare c'è la figura controversa del "commerciante Angelo Baxiu" (Legovini 2022, p. 25), che offrì la sua abitazione di viale Firenze a Udine, tra gli altri, a Vinicio Lago, detto "Fabio" e Cino Boccazzi "Piave", agenti delle missioni alleate "per creare il servizio d'informazioni in Friuli", coordinate da Tommy Macpherson e John Nicholson (Ibidem, p. 87). È lo stesso maggiore Nicholson che partecipò, nell'estate del 1944, all'esperienza della Repubblica della Zona libera della Carnia, liberata da vari gruppi di partigiani (Del Bianco 1945, pp. 40-46).

Il contatto di Baxiu con Boccazzi, verificatosi a Natale 1944, fu fatale per i tragici fatti di Porzûs. In quei frangenti c'è pure don Ascanio de Luca detto "Aurelio", capitano dell'Osoppo. Nella Chiesa del Tempio Ossario di Udine Boccazzi, precedentemente imprigionato dai militi della X MAS, fu inviato dagli stessi, sotto ricatto, per chiedere al maggiore Nicholson, rappresentante del generale Alexander, un incontro per "uno scambio di idee" (Boccazzi 1972, p. 233). Nicholson rifiutò, ovviamente. Baxiu, che ospitò il medico partigiano Boccazzi, intuì o venne a sapere di quel tentativo di abboccamento tra la X MAS e gli Inglesi, in funzione anti-titina per la salvaguardia del confine orientale italiano.

Udine, piazza Vittorio Emanuele II (poi piazza Libertà), 1° maggio 1945, primo pomeriggio. Giorno della Liberazione. Blindati britannici con militari neozelandesi e partigiani friulani sostano nella piazza in stile veneziano. Immagine tratta dal libro di Andrea Legovini su “Vinicio Lago”. Foto Archivio Brisighelli Paolo, Udine
Udine, piazza Vittorio Emanuele II (poi piazza Libertà), 1° maggio 1945, primo pomeriggio. Giorno della Liberazione. Blindati britannici con militari neozelandesi e partigiani friulani sostano nella piazza in stile veneziano. Immagine tratta dal libro di Andrea Legovini su “Vinicio Lago”. Foto Archivio Brisighelli Paolo, Udine

Eccoci al mistero Baxiu. Si sa che Angelo Baxiu, detto "Nik I" era partigiano della "2.a divisione Osoppo X Brigata" (Legovini 2022, p. 78). In modo sorprendente si legge, nel libro di Legovini, che lo stesso Angelo Baxiu "fu alle dipendenze della G.A.P. di Leproso (Premariacco), comandata da Giacca. Il documento indica Baxiu Angelo alla dipendenze di Mario Toffanin detto Giacca, … autore dei fatti di Porzûs" (Ibidem, p. 93-94). I Gruppi di Azione Patriottica (G.A.P.) formati dal comando generale delle Brigate Garibaldi alla fine dell'ottobre 1943, erano piccoli gruppi di partigiani che nacquero su iniziativa del Partito Comunista Italiano per operare prevalentemente in città.

In conclusione i partigiani filo-titini fautori dell'eccidio di Porzûs vennero a sapere di probabili contatti tra la X MAS e gli osservatori Inglesi, in contatto con la Osoppo, perciò organizzarono l'eliminazione fisica del comando osovano delle malghe di Attimis (UD) il 7 febbraio 1945. Per mitigare l'efferata azione di Porzûs, nello stesso giorno i G.A.P. della zona di Udine e della Bassa friulana programmarono e realizzarono l'assalto alle carceri di via Spalato, a Udine, liberando 73 prigionieri politici, ma uccidendo due guardie carcerarie. Con i 22 assalitori, alcuni dei quali travestiti da tedeschi e repubblichini, c'erano pure tre sovietici, guarda caso! Ciò ebbe una vasta eco e obnubilò l'eccidio di Porzûs. Naturalmente la reazione nazista molto prevedibile fu presto messa in atto. I Tedeschi attuarono una feroce rappresaglia e l'11 febbraio fucilarono, presso il cimitero di Udine, 23 prigionieri.

Copertina del libro di Cino Boccazzi, pubblicato nel 1972
Copertina del libro di Cino Boccazzi, pubblicato nel 1972

Un altro mistero, svelato da poco, riguarda la morte di Vinicio Lago "Fabio" (1920-1945), paracadutato dagli Inglesi il 22 settembre 1944 sul monte Joanaz, in Comune di Torreano di Cividale (UD). Partigiano della Osoppo, intendeva stabilire un ponte radio della resistenza fra Udine e Trieste, altrimenti isolate. Fu ucciso a Udine il 1° maggio 1945, giorno della Liberazione, in un agguato dei partigiani comunisti della Garibaldi in viale Palmanova. "Furono sparati da dietro i pioppi due colpi successivi di Mauser, tirati probabilmente dalla stessa persona, a pallottola esplosiva" (Legovini 2022, p. 100). I colpi furono sparati da un cecchino per uccidere.

Sul cofano della Topolino dove Lago viaggiava, rientrando da Palmanova a causa delle strade intasate da Tedeschi e Cosacchi in ritirata, aveva la bandiera italiana, mentre a Udine, presso il Liceo Stellini e le carceri di via Spalato si stavano allestendo i due comandi del IX Korpus, l'unità militare dell'Esercito Popolare di Liberazione della Jugoslavia, con bandiera di Tito, con sentinelle sui tre ponti sul Tagliamento, di Latisana, di Casarsa e di Pinzano (Ibidem, p. 30).

Parlare o tacere – Molti si pongono la questione di parlare o tacere sui fatti di Porzûs e simili temi. Meglio parlarne sulla spinta storica riguardo alla moralità nella Resistenza, come fece per la prima volta nel 1991 lo storico Claudio Pavone, oppure tacere? "Non capisco come mai - ha detto G.P.F. - Berzanti e Comelli, al tempo partigiani osovani e, poi, autorevoli esponenti della Democrazia Cristiana, nulla dissero sui presunti contatti degli alleati e della Osoppo con la X MAS, poi poco raccontarono dell'eccidio di Porzûs". La risposta ad un quesito del genere potrebbe venire dagli storici. Il tema è oggetto di vari interventi sulla stampa locale, con proposte di variare le targhe commemorative o aggiungere lapidi aggiornate secondo gli studi recenti.

La replica, in conclusione, potrebbe essere contenuta nel pensiero di Antonio Comelli, detto "Corte", rivisitato da Roberto Volpetti. "Non possiamo nemmeno pensare di rivedere pagine di orrore come quelle che abbiamo visto; non vogliamo parlarne, perché l'odio in quei giorni è arrivato ovunque, la vendetta ha varcato ogni porta. Parlarne oggi significa inevitabilmente riproporre i drammi di quei giorni col rischio di rinnovare quei meccanismi di odio e di vendetta" (Volpetti 2023, p. 1).

Resta il fatto di Porzûs, restano i processi, le condanne del dopoguerra e la fuga di "Giacca" in Jugoslavia. Come ha scritto Sergio Sarti: "Che domande Igor… Non c'era bisogno di condanna formale. Oggettivamente parlando, erano nemici per il Partito. E cosa importa da chi sia venuta la decisione di sopprimerli?" (Sarti 2023, p. 303).

Copertina del volume di Andrea Legovini, edito nel 2022
Copertina del volume di Andrea Legovini, edito nel 2022

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Fonti orali – Le interviste (int.) sono state condotte a Udine da Elio Varutti con penna, taccuino e macchina fotografica, se non altrimenti indicato.

– Igino Bertoldi, Ercole, Bogomiro, Ragamir, nato a Tavagnacco (UD) il 29 agosto 1926, int. del 21 aprile 2023 a Tavagnacco e messaggio del 26 aprile 2023. – G.P.F., Gemona del Friuli 1938, int. del 7 luglio 2023.

Bibliografia

- Cino Boccazzi, Tenente Piave, Missione Bergenfield a Coldiluna, [s.e.] Udine, Arti Grafiche Friulane, 1972.

- Alberto Buvoli, Flavio Fabbroni, Monica Emmanuelli, Le radici del futuro. La Repubblica partigiana della Carnia e dell'Alto Friuli, Mostra fotografico documentaria, Udine, Istituto Friulano per la Storia del Movimento di Liberazione, 2011.

- Gianni Conedera, "I fratelli Lupieri e i partigiani", «Messaggero Veneto», Lettere, 10 luglio 2023, p. 27.

- Nino Del Bianco, "In Carnia zona libera", «Ce fastu?», XXI, n. 1-6, 1945, pp. 40-46.

- Andrea Legovini, Vinicio Lago, la verità sospesa, Trieste, Luglio, 2022.

- Claudio Pavone, Una guerra civile. Saggio storico sulla moralità nella Resistenza, Torino, Bollati Boringhieri, 1991.

- Sergio Sarti, Fino all'alba, romanzo, Udine, Aviani & Aviani, 2023.

- Roberto Volpetti, "Quel silenzio carico di significato…", «Pai nestris fogolârs», Notiziario dell'Associazione Partigiani Osoppo-Friuli, IV, n. 70, 22 giugno 2023.

Vinicio Lago (Roma 1920-Udine 1945). Immagine tratta dal libro di Andrea Legovini
Vinicio Lago (Roma 1920-Udine 1945). Immagine tratta dal libro di Andrea Legovini

Sitologia

- Elio Varutti, Capi partigiani slavi in Friuli, Veneto e nella Venezia Giulia. Misteri Ozna, on line dal 28 marzo 2021 su eliovarutti.wordpress.com

- E. Varutti, Arduino di Fiume scampato ai fucili titini e varie trame jugoslave al confine orientale, 1943-1954, on line dal 28 aprile 2023 su evarutti.wixsite.com

- 25 aprile 2023: Patrioti o Partigiani. Igino Bertoldi denuncia, on line dal 2 giugno 2023 su eliovarutti.blogspot.com 

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Saggio di: Elio Varutti, Coordinatore del gruppo di lavoro storico-scientifico dell'ANVGD di Udine. Networking di Girolamo Jacobson e E. Varutti. Lettori: Bruno Bonetti, Sergio Satti (ANVGD di Udine) e il professore Enrico Modotti. Per i suggerimenti bibliografici si ringrazia l'architetto Franco Pischiutti (ANVGD di Udine). Copertina: Maria Iole Furlan, Elaborazione cromatica digitale e a pastelli su fotografia dell'opera di Guido Tavagnacco, intitolata 'Partigiani', olio su tela del 1970, courtesy dell'artista, cm. 20,5 x 29, 2023.

Fotografie dalle fonti citate. Adesioni al progetto: ANVGD di Arezzo e Centro studi, ricerca e documentazione sull'esodo giuliano dalmata, Udine. Per la cortese collaborazione riservata si ringraziano gli operatori e le direzioni delle seguenti biblioteche di Udine: Civica "Vincenzo Joppi"; Biblioteca del Seminario Arcivescovile "Pietro Bertolla"; Biblioteca dell'ANVGD; Biblioteca della Società Filologica Friulana e Biblioteca "Renato Del Din" dell'Associazione Partigiani Osoppo-Friuli.

Ricerche per il blog presso l'archivio dell'Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia (ANVGD), Comitato Provinciale di Udine, che ha la sua in via Aquileia, 29 – primo piano, c/o ACLI. 33100 Udine. – orario: da lunedì a venerdì ore 9,30-12,30. Presidente dell'ANVGD di Udine è Bruna Zuccolin. Vicepresidente: Bruno Bonetti. Segretaria: Barbara Rossi. Sito web: https://anvgdud.it/

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